Uno sguardo al futuro: Big Data

UNO SGUARDO AL FUTURO: BIG DATA

Avv. Silvia Borrini

Quasi tutti ormai abbiamo sentito parlare di Big Data (letteralmente, grandi dati), ma cosa sono esattamente e perché sempre più spesso e per sempre più operatori economici rappresentino un centro di interesse, anche economico, non è a tutti chiaro.

 

 

Che cosa sono innanzitutto?

 

Ebbene, nonostante sia un concetto entrato a far parte del gergo informatico di recente, se ne parla già dalla fine degli anni 90 e nei primi anni 2000 lo studioso Laney formulò la teoria delle tre V, ossia: Varietà (i dati sono disomogenei -foto,documenti, video, audio, etc.-), Volume (intesa come la grande quantità proveniente da fonti differenti -acquisti online, transazioni finanziarie, etc.-) e Velocità (trattasi della velocità con cui i dati affluiscono in tempo reale).

 

Quali sono in definitiva i dati di cui parliamo?

 

I dati si raccolgono ovunque: dai cookies, ai social network e al social media intelligence, etc. Nel corso degli anni, infatti, con la diffusione di smartphone e tablet -da considerare parte della nostra vita quotidiana- circolano sempre più dati e informazioni richiesti per svolgere le più semplici operazioni online.

 

Basti pensare che inserire una fotografia, mettere un like, fare una ricerca su un motore di ricerca, acquistare un prodotto, lasciare una recensione o semplicemente navigare nel web significa già generare delle informazioni che, per essere commercialmente utili, devono essere analizzate.

 

Per fare questo, però, è necessario elaborare un insieme di processi che dalla raccolta di questi Big Data portano, attraverso successive modifiche, al loro utilizzo passando anche dalla fase di bonifica, necessaria per depurare i dati da quelle informazioni che non sono più utili ai fini dell’elaborazione.

 

Da ciò ne deriva come sia fondamentale ideare (e di conseguenza, possedere) strumenti tecnologici in grado di rendere questo flusso costante di informazioni qualcosa di commercialmente e socialmente utile e fruibile.

 

 

Big Data e GDPR

 

Ma quando si parla di “dati” il collegamento immediato ormai è con le parole “privacy” e “GDPR”: qual è la correlazione con le norme in tema di privacy e di GDPR?

 

Com’è noto, i dati oggetto di elaborazione, secondo le tecniche proprie dei Big Data, possono avere natura personale o non personale, distinzione che -è evidente- rileva ai fini del trattamento dei dati sotto il profilo regolamentare.

 

Più di frequente formano oggetto di elaborazione dati non aventi carattere personale (quali, ad esempio le informazioni di natura geografica, meteorologica, ambientale, economica, etc.) e per i quali trova applicazione il Regolamento (UE) 2018/1807 riguardante la libera circolazione dei dati non personali nell’Unione europea.

 

Qualora i dati elaborati siano dati di natura personale è stato previsto uno specifico regime di protezione a livello europeo, a cui concorrono sia il GDPR sia regole speciali per le attività online, individuate nella direttiva 2002/58/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche e, quindi, nella direttiva 2009/136/CE.

 

Per l’effetto, chi intende effettuare operazioni di trattamento secondo la metodologia propria dei Big Data deve accertarsi, in via preliminare, della natura personale o meno dei dati trattati, così da identificare la cornice normativa di riferimento all’interno della quale operare.

 

 

Gli utilizzi dei Big Data

 

I Big Data si utilizzano nel marketing -come è di immediata intuizione-, ma ormai l’impiego è globalmente diffuso in molteplici settori e lo sviluppo futuro sarà ancora più incisivo e determinante, tanto che l’Agenda Digitale Europea si pone come obiettivo l’utilizzo dell’informatica e delle nuove tecnologie per innovare anche la Pubblica Amministrazione e, in Italia, si sta lavorando per ottimizzare le risorse a disposizione della PA, condividendo le informazioni a vantaggio del cittadino.

 

Tutto ciò è rivolto al progressivo sviluppo economico, alla trasparenza, alla sburocratizzazione e allo snellimento dei processi decisionali.

Non solo.

Recenti studi hanno dimostrato come più dell’80% delle piccole e medie imprese abbiano sviluppato degli strumenti per utilizzare i Big Data, avendone compreso l’importanza ai fini del perfezionamento della qualità dei prodotti, ma anche per accelerare il potere decisionale e dunque migliorare le opportunità di business.

 

Tuttavia le limitate risorse economiche da utilizzare per tale analisi e per l’individuazione e lo sfruttamento delle informazioni più rilevanti ai fini dell’attività aziendale, resta il reale scoglio alla fruizione dei Big Data.

 

Sono poche, infatti, le aziende che affidano l’analisi dei Big Data ad esperti esterni in grado di elaborare ed eseguire sofisticate ricerche.

 

 

La nuova Economia digitale

 

L’utilizzo intensivo dei Big Data costituisce un fenomeno che interessa sempre più l’intera economia e società. Agli indubbi vantaggi in termini di riduzione dei costi di transazione per imprese e cittadini-consumatori, si affiancano nuovi rischi sotto il profilo concorrenziale, della protezione del dato personale e del pluralismo informativo.

 

Si tratta di un fenomeno che merita attenzione da parte di tutte le istituzioni che hanno la responsabilità di assicurare lo sviluppo equilibrato della cd. Economia digitale nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché di interrogarsi sulla necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza e liceità nell’uso dei dati personali.