Come si diventa sostenibili?

COME SI DIVENTA SOSTENIBILI? LINEE GUIDA PER LE IMPRESE DI DOMANI

Avv. Annalisa Callarelli 

Nonostante si parli costantemente e in più ambiti (troppi?) di sostenibilità e di parametri ESG, ci si imbatte ancora troppo spesso in imprenditori che, pur comprendendo come sia ormai indispensabile attivarsi in quella direzione, sono ancora troppo confusi su come effettivamente sia possibile intraprendere quel percorso e raggiungere un risultato tangibile all’esterno.

 

La sostenibilità nel modello di business

Perché una prima, fondamentale precisazione va fatta subito: la sostenibilità è un percorso. Ed è un percorso strutturato nel tempo che, nella realtà dei fatti, presuppone un cambio di prospettiva da parte dell’imprenditore, chiamato ad adottare un modello di business che integri la sostenibilità nella stessa gestione strategica aziendale.

Ma cosa significa? Significa che nel momento in cui un CDA si confronta sulle strategie e le scelte dei prossimi anni dell’azienda, in sede di valutazione e gestione dei rischi d’impresa deve considerare anche l’impatto che queste scelte avrà sull’ambiente, sul territorio, sul personale oltre che nella gestione dei rapporti con i soci, i fornitori e gli stakeholder in generale.

E questo perché, è ormai un dato di fatto, una gestione responsabile dell’impresa diventerà essenziale per la sua continuità e per il suo successo, garantendole una visione a lungo termine e offrendole gli strumenti per farsi trovare pronte a soddisfare le nuove esigenze del mercato.

 

I vantaggi dell’approccio sostenibile

 Le ricadute pratiche di queste accattivanti considerazioni sono, in realtà, tante e anche le società meno strutturate nel corso dell’ultimo anno hanno iniziato a farci i conti.

Un’impresa che si misuri con i c.d. parametri ESG (Environmental, Social e Governance) acquista, infatti e anzitutto, maggiore visibilità e accreditamento agli occhi dei clienti, finendo col migliorare la sua reputazione e il brand aziendale.

L’adozione di un bilancio di sostenibilità e, più in generale, di un approccio e visioni d’impresa attenti all’ambiente e al capitale umano sono, inoltre, già oggi requisito di accreditamento per partecipare a gare per l’aggiudicazione di lavori e per lavorare con le grandi realtà, che invece l’impegno alla rendicontazione sostenibile lo subiranno a breve e che, quindi, a loro volta, preferiscono confrontarsi con fornitori sostenibili.

Nonostante, poi, non vi sia (per ora) alcun obbligo di rendicontazione per le piccole e medie imprese non quotate, la stessa costituirà a breve uno dei parametri per l’ottenimento di finanziamenti agevolati e, più in generale, per l’accesso al credito.

E ancora: optare per una visione integrata e sostenibile dell’attività può consentire di migliorare la pianificazione strategica aziendale e anticipare i cambiamenti, aumentando l’efficienza e l’efficacia dell’impresa, innovando i processi di produzione dei servizi e riducendo i costi operativi.

Non va poi dimenticata la maggiore attrattività di un’impresa sostenibile per gli investitori, che preferiranno senz’altro puntare su realtà innovative e proiettate verso il futuro anziché su operatori ancora aggrappati a una visione tradizionale e che, come visto, non funziona più.

Operare in modo etico e sostenibile può quindi, con i dovuti accorgimenti e la necessaria pragmaticità, fare la differenza e questo anche per le piccole realtà.

 

Come si diventa sostenibili

Ma torniamo allora alla domanda iniziale: come si fa a diventare sostenibili?

La risposta non è univoca perché il progetto di sostenibilità è un vestito fatto su misura, che va costruito e sviluppato in considerazione delle caratteristiche di ciascuna impresa e degli obiettivi che la stessa intende perseguire.

Cominciamo però con lo sgomberare il campo da alcune convinzioni diffuse ma, nella realtà dei fatti, errate:

a) la sostenibilità non è solo attenzione all’ambiente e al green;
b) la sostenibilità non sono solo le certificazioni ISO.

Entrambi questi aspetti, infatti, rappresentano un “minus di qualcosa di molto più ampio e pregnante e che può interessare diversi aspetti dell’impresa.

Per quanto si tratti di un percorso, come detto, personalizzato, per dare un po’ di concretezza a quanto sinora detto possiamo ipotizzare di organizzarlo in tre step, quanto meno nella fase di primo avvio.

Fermo restando che la effettiva “messa a terra” di quanto di seguito illustrato presuppone che l’imprenditore si faccia affiancare da dei specialisti, affinché lo sforzo fatto -sia in termini di risorse / tempo sia sotto un profilo economico- non risulti vano e conduca a dei risultati concreti.

 

PRIMO STEP: Assesment della Società e Individuazione degli Obiettivi

Occorrerà anzitutto effettuare un’analisi della società, per verificare sia quali sono le sue caratteristiche principali sia quali comportamenti rilevanti in tema di sostenibilità e di parametrazione ESG magari sta già, più o meno consapevolmente, tenendo. Perché non è, infatti, da escludersi che molte società adottino da tempo delle iniziative nei fatti già di per sé sostenibili e che vanno semplicemente valorizzate e comunicate all’esterno.

Nonostante si parli costantemente e in più ambiti (troppi?) di sostenibilità e di parametri ESG, ci si imbatte ancora troppo spesso in imprenditori che, pur comprendendo come sia ormai indispensabile attivarsi in quella direzione, sono ancora troppo confusi su come effettivamente sia possibile intraprendere quel percorso e raggiungere un risultato tangibile all’esterno.

 

Come si diventa sostenibili

Fatta questa prima analisi l’imprenditore dovrà scegliere gli obiettivi da perseguire attraverso il suo percorso di sostenibilità, tra quelli che l’ONU ha fornito a tutti gli stati aderenti nella ormai famosa AGENDA 2030.

 

Sotto questo profilo, va da subito chiarito un aspetto: è impensabile che un’azienda persegua tutti e 17 i “goal”.

Dovrà pertanto scegliere quelli che più si adattano alla sua organizzazione e alla sensibilità di chi vi opera. Ecco allora che, ad esempio, l’adozione di un sistema di efficientamento energetico 

tramite l’installazione di pannelli solari nello stabile rileverà rispetto all’obiettivo n. 7 (energia rinnovabile); così come una verifica ed eventuale parificazione degli stipendi tra dipendenti di sessi diversi a parità di incarico avrà un impatto rispetto all’obiettivo n. 5 (parità di genere). E così via.

 

SECONDO STEP: I Percorsi di Sostenibilità

Una volta scelti gli obiettivi, la società dovrà decidere come perseguirli in concreto e, quindi, quali azioni effettivamente intraprendere. E anche in questo caso le iniziative possono essere le più svariate e vanno identificate tenuto conto delle caratteristiche dell’impresa.

Ecco allora che alcune aziende preferiranno concentrarsi sui prodotti, ragionando ad esempio su politiche di riciclo o recupero degli scarti o sull’impiego di materiali che hanno un minore impatto sull’ambiente.

Altre si concentreranno invece sui processi produttivi, nell’ottica, sempre a titolo esemplificativo, di efficientamento e/o di riduzione delle emissioni di CO2.

Altre ancora preferiranno concentrare i loro sforzi sul personale, nella consapevolezza ormai generalizzata che senza il “capitale umano” le imprese non funzionano e che questo capitale da tempo rivendica sempre più attenzione e centralità, ribaltando la vecchia convinzione secondo cui era l’imprenditore a fare un favore ad assumere un dipendente e non il contrario. Queste imprese potranno allora, ad esempio, adottare delle politiche di supporto ai dipendenti e alle loro famiglie, così come potranno investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze, nell’ottica di poter poi contare su persone più motivate e qualificate.

E gli esempi attuazione pratica di percorsi sostenibili potrebbero continuare a lungo.

 

TERZO STEP: Bilancio di Sostenibilità e Certificazioni

Una volta correttamente avviate le iniziative di sostenibilità, sarà indispensabile dare la giusta visibilità agli sforzi e ai traguardi che l’impresa ha raggiunto e, soprattutto, ha intenzione di raggiungere nel medio e lungo periodo.

Occorrerà allora lavorare, in primo luogo, sulla comunicazione, affinché la società sia in grado di veicolare in maniera adeguata ed efficace il processo di crescita e innovazione avviato.

Effettivi punti di caduta del processo saranno poi rappresentati dall’adozione di un bilancio di sostenibilità oltre che dal conseguimento di una certificazione ESG: il primo è predisposto dagli amministratori, in affiancamento al bilancio tradizionale, e riporta gli impegni e i risultati presi dalla società nell’ambito della sostenibilità e responsabilità sociale; la seconda è invece una valutazione in base ai criteri ESG effettuata da specifici enti accreditati, che offre quindi un riconoscimento formale alla società per il suo impegno verso la sostenibilità. Fermo restando che l’adozione di un bilancio di sostenibilità e/o il conseguimento di una certificazione ESG comporta l’assunzione di un impegno duraturo, poiché l’azienda dovrà costantemente sforzarsi di chiarire la sua strategia ESG, fissando di volta in volta nuovi obiettivi.

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