Introdotto l’obbligo di certificazione SOA per le imprese: settore a rischio paralisi?

INTRODOTTO L’OBBLIGO DI CERTIFICAZIONE SOA PER LE IMPRESE: SETTORE A RISCHIO PARALISI?

Avv. Giulia Cavalli

Il Governo ha introdotto gli ennesimi ulteriori adempimenti in tema di Superbonus per i quali, ancora una volta, il mondo delle imprese non ha tardato a manifestare il proprio dissenso. Tale nuovo intervento normativo prevede ulteriori restrizioni e obblighi per gli operatori del settore, già alle prese con le difficoltà legate allo stop alle nuove richieste di cessione.


Questa volta a mettere in crisi il (già affaticato) mercato dell’edilizia legato al superbonus è l’introduzione dell’obbligo per le imprese di ottenere le attestazioni SOA. Ma cosa sono?


Per SOA, così come previsto ai sensi dell’articolo 84 del Codice dei Contratti Pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50, si intende Società Organismi di Attestazione, ossia quelle società preposte al monitoraggio e al controllo del rispetto di livelli standard di qualità che le imprese interessate ad operare nel settore degli appalti pubblici devono rispettare.


Ebbene, la legge di conversione del cosiddetto D.L. Tagliaprezzi (D.L. 21/2022) ha introdotto il medesimo meccanismo anche per le imprese che si occupano di superbonus e bonus casa. A partire dal 1 gennaio 2023, infatti, diventerà obbligatorio dotarsi dell’attestazione SOA per poter ottenere il riconoscimento degli incentivi fiscali di cui agli articoli 119 e 121 del Decreto Rilancio.


Vediamo nello specifico le novità.


In primo luogo, le nuove regole troveranno applicazione per l’esecuzione dei lavori di importo superiore a Euro 516.000,00.

La norma prevede un periodo cuscinetto, che decorre dal 1 gennaio 2023 e fino al 30 giugno dello stesso anno, in cui gli interventi che beneficiano degli incentivi fiscali legati al superbonus potranno essere affidati unicamente alle imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto, dimostrino:


1. di essere in possesso della attestazione SOA,
2. di aver sottoscritto un contratto finalizzato al rilascio della suddetta attestazione di qualificazione con uno degli organismi previsti dal sopracitato art. 84 del Codice dei Contratti pubblici.


Importante sottolineare che le medesime regole troveranno applicazione anche nei confronti delle imprese subappaltatrici, le quali, alla sottoscrizione del relativo contratto di subappalto, dovranno dimostrare di rispettare i medesimi requisiti.


A far data dal 1 luglio 2023, poi, l’esecuzione dei lavori per importi superiori a Euro 516.000,00 sarà affidata esclusivamente ad imprese appaltatrici e subappaltatrici già in possesso delle occorrenti qualificazioni al momento della sottoscrizione del contratto, rispettivamente di appalto e subappalto.


Da evidenziare come, per le imprese che hanno sottoscritto i contratti durante il periodo transitorio – in attesa del rilascio delle attestazioni di qualificazione – la detrazione delle spese sostenute a decorrere dal 1 luglio 2023 sarà condizionata all’avvenuto rilascio della qualificazione.


Resta inteso che la presente disciplina non trova applicazione:

    – per i lavori già in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione,
    – per i contratti d’appalto e subappalto aventi data certa anteriore alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Attualmente, inoltre, sembra non sia richiesta alcuna attestazione SOA per i contratti diversi da quelli espressamente menzionati, come ad esempio, quelli di fornitura e fornitura e posa in opera.


Restano esclusi, da ultimo, gli interventi diversi dal 110% che siano effettuati attraverso la detrazione diretta nella dichiarazione dei redditi.


È evidente come le nuove restrizioni, unite alle continue modifiche normative succedutesi negli ultimi mesi, contribuiscano a rendere sempre più difficoltoso l’accesso effettivo alle detrazioni fiscali.


Ebbene, Confartigianato, CNA e Casartigiani non hanno tardato a esprimere la propria preoccupazione inviando una lettera aperta tutti i componenti delle Commissioni Finanze, Lavori pubblici, Bilancio, Attività produttive di Camera e Senato e ai Capigruppo dei due rami del Parlamento.


Nel richiedere un intervento urgente volto ad abrogare l’obbligo di attestazione, le suddette organizzazioni, hanno sottolineato come le continue modifiche normative stiano di fatto paralizzando il mercato connesso ai lavori di riqualificazione edilizia e come l’introduzione delle attestazioni SOA – in particolare – stia mettendo in seria difficoltà le imprese, già alle prese con gli ulteriori problemi legati all’incremento dei prezzi dei materiali e alla difficoltà di approvvigionamento degli stessi.


Restiamo in attesa di capire se il Governo accoglierà o meno l’ennesimo grido d’aiuto di questo settore.