Smart working: la nuova proroga alla luce delle modifiche apportate dal Decreto Aiuti bis

SMART WORKING: LA NUOVA PROROGA ALLA LUCE DELLE MODIFICHE APPORTATE DAL DECRETO AIUTI BIS

Avv. Giulia Cavalli

Torniamo a parlare di smart working alla luce delle novità inserite – un po’ a sorpresa – nel testo di conversione in legge del Decreto Aiuti bis che ha appena ricevuto il via libera da parte del Senato.


Come già ampiamente descritto in un nostro precedente articolo, cui si rimanda per approfondimenti sull’argomento, a partire dal 1° settembre è tornata in vigore la disciplina del lavoro agile prevista dalla L. 81/2017, sebbene con alcune modifiche.


Il testo convertito in legge del Decreto Aiuti bis introduce nel settore privato la (attesa!) proroga alla possibilità di usufruire del lavoro agile per due categorie di lavoro: i lavoratori fragili e coloro che hanno figli minori di 14 anni fino al 31 dicembre 2022.


I lavoratori fragili

 

Con riferimento ai primi, si tratta di lavoratori in possesso di una certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali che attesti:


   – svolgimento di terapie salvavita,
   – patologie oncologiche,

   – immunodepressione,
   – handicap grave (ai sensi della Legge numero 104/1992).

 

In presenza di una delle suddette certificazioni, il lavoratore potrà ancora, dunque, svolgere la mansione lavorativa – ove possibile – da remoto.


Inoltre, per facilitare e garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza i lavoratori potranno essere adibiti a svolgere:


   – specifiche attività di formazione professionale,
   – mansioni diverse purché ricomprese nella medesima area di inquadramento in base ai diversi contratti collettivi.

 

I lavoratori con figli minori di 14 anni

 

Con riferimento alla seconda categoria, invece, tale facoltà viene concessa alle famiglie che presentino almeno una delle seguenti condizioni:


   – non vi sia un genitore non lavoratore,
   – non vi sia un genitore che beneficia di strumenti di sostegno al reddito, ammortizzatori sociali


e, in ogni caso, sempre compatibilmente con l’attività professionale svolta.

 

Proroga della normativa emergenziale per il settore privato

 

Ancora più a sorpresa, invece, è intervenuta una modifica che prevede la possibilità, sempre per il settore privato, di continuare a ricorrere allo smart working fino al 31 dicembre 2022 anche senza aver stipulato accordi individuali.


Tale modalità, che aveva inizialmente permesso di agevolare l’utilizzo del lavoro agile durante la pandemia e per tutto il periodo emergenziale, è cessata lo scorso 1° settembre.


Con questo emendamento, al contrario, viene ripristinata la facoltà di lavorare in smart working senza accordi fino al 31 dicembre 2022.


Le aziende private, pertanto, potranno continuare a usufruire del lavoro da remoto senza dover obbligatoriamente siglare accordi individuali, comunicando in maniera semplificata, tramite il semplice invio di un file contenente nominativi e codici fiscali, l’elenco dei lavoratori che intende avvalersi delle suddette modalità di lavoro.


Posto che la stipulazione di accordi individuali resta la via preferita dal legislatore, in attesa di un pieno ritorno alla normalità la re-introduzione di queste opzioni, se da un lato può creare confusione, alleggerirà sicuramente il carico di lavoro che gli uffici del personale delle aziende hanno dovuto sopportare negli ultimi mesi estivi.


Restiamo in attesa di vedere se ci saranno ulteriori modifiche o se si tratta degli ultimi step prima di un definitivo ritorno alla “normalità”.